I primi caldi sono costantemente
accompagnati dagli acuti ronzii delle femmine di Culex pipiens che perturbano i miei incubi lacerandomi i timpani.
Preferisco l'inverno, quando la cavallina spettrale di Füssli galoppa
silenziosamente per la stanza mentre quel mostriciattolo dall'espressione
contrita del suo amico siede muto sul petto impedendo la realizzazione delle
mie illusioni ipnagogiche. Fuori dal letto è freddo e nessun dittero si fa
annunciare dal suo battito d'ali. E posso tranquillamente sedimentare sotto gli
strati di coperte, risucchiato dai maelstrom del mio inconscio.
Senza svegliarmi di soprassalto e
punteggiare le pareti con le mie emazie mescolate ad antenne e zampette.


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